L’esercizio arbitrario delle proprie ragioni è un reato che fa capo all’articolo 393 del codice penale. Rappresenta un tipo di delitto che si configura quando un soggetto, nel tentativo di far valere le proprie ragioni (reali, presunte o inesistenti) minaccia o danneggia un bene di terzi oppure, sempre contro terzi, operi delle lesioni.
È un reato a querela di parte. Per questo motivo, la persona o le persone offese devono proporre querela all’autorità giudiziaria. In Alternativa è necessario denunciare chi ha commesso il crimine.
Pena
La pena massima da scontare è di un anno. Possono essere applicate delle attenuanti che, di fatto, abbassano la pena.
Giurisprudenza
Questo tipo di reato è stato istituito per scongiurare la sostituzione del singolo cittadino alla forza pubblica oppure all’Autorità Giudiziaria. In altre parole, l’articolo 393 del C.P. punisce chi – pur avendone facoltà – non ricorre al Giudice per una valutazione sulle proprie ragioni.
Il Giudice, sotto questo punto di vista, rappresenta l’unica figura capace di dirimere questioni sia semplici sia complesse ed è formato per Giudicare in modo equo e imparziale. Se non fosse così sarebbero generati i cosiddetti casi di “giustizia fai da te”. Di conseguenza, a società civile ne risentirebbe poiché sarebbe danneggiata da comportamenti scorretti, esagerati o pretestuosi di chi potrebbe far valere la forza, la minaccia o l’intimidazione per far valere un diritto.
Esempi
Il cambio di serratura di un immobile è un tipico caso di reato d’esercizio arbitrario. Questa operazione avviene quando, spesso in buona fede, il proprietario di un immobile ritiene di poter cambiare la serratura di una abitazione in affitto qualora l’affittuario fosse moroso. In realtà, prima di procedere allo sfratto e alla liberazione dell’immobile è sempre necessario istruire un dibattimento processuale.
Un altro esempio che deriva dall’improprio utilizzo di qualsiasi mezzo per far valere le proprie ragioni rappresenta la minaccia, anche verbale.
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